TRATTAMENTO OSTEOPATICO NELLA SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO
A cura di: Laura Furlan ed Elisa Pacetta - studentesse scuola OSCE | Osteopathic Spine Center Education - Premio miglior tesi anno 2022-2023
La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) è un disordine endocrino-metabolico caratterizzato da molteplici squilibri ormonali che generano conseguenze a breve e lungo termine sulla salute femminile, tra cui alterazione del ciclo mestruale, infertilità anovulatoria ed irsutismo (Kamenov et al.,2020). La sindrome dell'ovaio policistico è un disturbo multifattoriale e complesso, che colpisce il 4-20% delle donne in età fertile nel mondo (Davis et al., 2020, Dewsal et al., 2020, Goodman et al., 2015). Inoltre, rappresenta la malattia endocrina più comune nelle donne occidentali (Balen et al., 2006). Avendo varie manifestazioni cliniche, un’eziologia sconosciuta, una fisiopatologia complessa ed essendo difficile da diagnosticare, ha prodotto negli anni un considerevole dibattito scientifico. La PCOS fu descritta per la prima volta da Stein e Leventhal nel loro studio del 1935. Essi raccolsero e confrontarono i dati di diverse donne che soffrivano di amenorrea e presentavano ovaie policistiche (Deswal et al., 2020). Successivamente, nel 1990, sono entrati in vigore i criteri del National Institutes of Health (NIH) al fine di permettere una diagnosi più precisa di PCOS (Franks et al., 2006) ma, soltanto nel 2003, durante un seminario tenutosi a Rotterdam, è stato possibile individuare un criterio diagnostico specifico per la sindrome dell’ovaio policistico (Azziz et al., 2006). I cosiddetti “Criteri di Rotterdam”, tuttora utilizzati, individuano alcuni segni e sintomi comuni a tutte le donne affette da sindrome dell’ovaio policistico quali: oligovulazione, iperandrogenismo e morfologia ovarica policistica (Davis et al., 2020, Goodman et al., 2015).
