La Malattia Celiaca (o Celiachia) è una malattia autoimmune cronica e multiorgano che colpisce l’intestino tenue in soggetti geneticamente predisposti a seguito dell’ingestione di glutine.
Dal 2017 la celiachia viene considerata come “malattia cronica e invalidante” e non più come “malattia rara”. Infatti, la stima della sua prevalenza si aggira intorno all’1%: è stato calcolato che nella popolazione italiana il numero totale di celiaci si aggiri intorno ai 600.000, contro gli oltre 233.000 ad oggi diagnosticati.
È caratterizzata da un quadro clinico molto variabile, che va dalla diarrea profusa con marcato dimagrimento, a sintomi extra intestinali, quali: stanchezza, lesioni ricorrenti alla bocca (afte) e all'associazione con altre malattie autoimmuni (tiroidite autoimmune, diabete mellito di tipo 1, artrite reumatoide, etc). Non sono infrequenti casi di anemia, sintomi addominali simili a quelli della sindrome da colon irritabile, esofagite da reflusso ed osteoporosi.
Inoltre, il danno causato al piccolo intestino a seguito dell’ingestione di glutine, può compromettere l’assorbimento di vari nutrienti quali vitamine liposolubili, vitamina B12, acido folico e ferro.
Non vi è una cura per la celiachia; la dieta senza glutine è l’unica terapia ad oggi disponibile per i soggetti celiaci e va seguita con rigore per tutta la vita, evitando ogni tipo di trasgressione e riducendo il più possibile le contaminazioni. L' assunzione "nascosta" di glutine è spesso causa di comportamenti errati e di una cattiva educazione alimentare.
Quando la diagnosi della celiachia è confermata dal medico, è consigliato rivolgersi ad un nutrizionista per essere aiutati nel passaggio ad una dieta senza glutine, affinché sia bilanciata e che contenga tutti i nutrienti di cui si ha bisogno.
È comprensibile essere disorientati e sconfortati dopo una diagnosi di celiachia, ma la buona notizia è che, ad oggi, è serenamente possibile gestire tale malattia senza perdere il piacere del cibo e le occasioni sociali.
Alcune indicazioni di base possono aiutare il paziente celiaco alle prime armi a destreggiarsi e, quindi, intraprendere la dieta senza glutine in maniera positiva:
- Conoscere gli alimenti idonei per la dieta celiaca e quali, invece, vietati.
- Conoscere gli alimenti definiti “a rischio”, per i quali è importante verificarne l’idoneità al consumo
- Sapere che i cereali vietati si trovano spesso in altri prodotti, risulta, quindi, importante saper leggere le etichette. Il simbolo della “Spiga barrata” indica un prodotto senza glutine, così come la dicitura “senza glutine”. Ciò può non voler dire che, in assenza di queste due voci, il prodotto contenga sicuramente glutine.
- Conoscere il rischio della contaminazione, sia nei processi di lavorazione industriale, sia nelle cucine di ristoranti ed hotel, sia a casa.
Infine, occorre quantomeno menzionare i prodotti senza glutine che si trovano sugli appositi scaffali nei supermercati. Negli ultimi anni, è stata notevolmente migliorata la palatabilità dei prodotti “gluten free”, ma, per la maggior parte di questi, ancora molta strada deve essere fatta per quanto riguarda la loro salubrità. Tali prodotti risultano spesso ricchi calorie e poveri in nutrienti, il che li rende di scarso valore nutrizionale. Occorre invece prediligere cibi poco processati e, quando possibile, preferire una preparazione casalinga.
Il principale ruolo del nutrizionista è quello di orientare il paziente nelle scelte alimentari del grande mercato dei prodotti industriali senza glutine e, quindi, bilanciare l’assunzione di nutrienti al fine di garantire un’alimentazione equilibrata ed un buono stato di salute del paziente celiaco.
L’autoterapia può fare danni molto seri. Chiedi un consulto con uno specialista.