VIBRAZIONI MECCANO-SONORE IN FISIOTERAPIA
Le vibrazioni suscitano l’interesse in diversi ambiti: Musica, Fisica, Chimica, Cultura Orientale, Medicina del Lavoro, ed anche Medicina intesa come aiuto terapeutico.
“l’universo è nato da una nota, quindi da una musica, da una vibrazione” è ciò che sostengono diverse ideologie e culture.
Cosa sono le vibrazioni meccaniche?
È importante osservare come le vibrazioni meccaniche accompagnino ogni giorno la nostra vita quotidiana: Un telefono che suona, un temporale, le vibrazioni mentre viaggiamo in macchina o in treno o ancora ogni volta che camminiamo.
Esistono vibrazioni che fanno bene al corpo umano?
Nel 1949 (Whedon et al) vennero effettuati i primi lavori riguardanti l’utilizzo di vibrazioni a scopo terapeutico nell’uomo, in modo specifico in pazienti con patologie metaboliche e soggetti allettati con immobilizzazione gessata. Hettinger nel 1956 dimostrò che la somministrazione di vibrazioni a particolari frequenze (a 50 Hz e 10g) fosse in grado di aumentare la sezione delle masse muscolari e a ridurre il tessuto adiposo all’interno del muscolo stesso.
Quarant’anni dopo, nel 1997, Fritton et al e Shiessl misero a punto due macchinari distinti. Entrambi avevano lo scopo di favorire la crescita grazie a particolari frequenze. L’anno successivo da Fliegel venne dimostrato che nelle cavie sottoposte a vibrazioni vi era una crescita ossea.
Negli anni ’80 venne trasferita l’attenzione anche alla crescita muscolare e non solo all’osso.
È stato osservato successivamente di come le vibrazioni creino risposte adattative e modifiche al sistema neuromuscolare. Metabolica, elastica e meccanica.
Indubbiamente, qualora vi sia applicata un’azione vibratoria ad un tessuto muscolare e/o tendineo, viene innescata l’attivazione dei fusi neuromuscolari. La risposta ottenuta, viene definita come “riflesso tonico da vibrazione” (Hagbarth e Eklund 1966); gli autori (Hagbarth e Eklund, 1966; Johnston e coll, 1970; Arcangel e coll.,1971; Arm strong e coll., 1987; Matyas e coll., 1986; Sam uelson e coll., 1989; Bosco e coll., 2000) hanno dimostrato che il RTV induca un aumento della forza contrattile dei gruppi muscolari coinvolti. In questo modo di avranno effetti positivi sui binomi Forza-Velocità e Forza-Potenza (Bosco e coll., 1999).
Più recentemente, nel 2001, Kerschan-Shindl ed altri autori riportano come il complesso muscolo-tendineo, se sottoposto a vibrazioni, sopporta modesti ma allo stesso tempo significativi cambiamenti della propria lunghezza, in modo che l’attività vibratoria sia paragonabile ad un susseguirsi di contrazioni concentriche ed eccentriche di piccola ampiezza (Rittweger et all, 2001).
Oltre ad influenzare l’attività metabolica del tessuto osseo, quella del tessuto muscolare ed a fornire stimoli importanti al sistema neuromuscolare, ai centri corticali superiori ed al sistema muscolo-tendineo, nel 2001 Kerschan e coll, hanno riportato studi relativi all’attività vibratoria ed alla sua influenza sulla circolazione sanguigna aiutano aumentando la velocità del flusso sanguigno riducendo la sua viscosità.
L’Attività Vibratoria può determinare una riduzione della viscosità del sangue ed un aumento della veocità media del flusso circolatorio. (Kerschan e coll., 2001).
Per quali patologie e quando può essere utilizzata?
Possiamo quindi dire che le vibrazioni possono essere utili nei casi di non consolidamento osseo, o per favorire il processo di guarigione dopo una frattura e renderlo più veloce. Ogni volta che si ha uno stato di sedentarietà del soggetto anziano, o uno stato di immobilità temporanea in seguito a trauma, frattura o intervento chirurgico.
Tutte le volte che si vuole aiutare a migliorare la performance sportiva, ad aumentare la massa muscolare e a ridurre la percentuale di grassi all’interno dei muscoli.
In caso di stasi o versamenti per aiutare la circolazione sanguigna e ridurre lo stato edematoso.
Stimolando a livello tendineo, trova impiego in tendiniti, tendinosi e in fase di ricondizionamento e riatletizzazione.
In presenza di contratture muscolari con scopo antalgico e decontratturante.
Per quali patologie e in quali casi può essere utile (sintesi)?
- DOLORI causati da CONTRATTURE al collo, al dorso e alla schina.
- In seguito a FRATTURE OSSEE
- RITARDI DI CALCIFICAZIONE
- RIATLETIZZAZIONE
- RICONDIZIONAMENTO SPORTIVO
- EDEMI (della spongiosa ossea e muscolari)
- EMATOMI
- TENDINITI e TENDINOSI
- a valle e a monte delle lesioni muscolari (componente contratta)
- IN SEGUITO A INTERVENTI CHIRURGICI (riatletizzazione, trofismo muscolare e in seguito ad immobilità prolungata
Quali sono le controindicazioni e quando può essere meglio evitarla?
Le controindicazioni sono dipendente dai parametri che caratterizzano la seduta: intensità, frequenza e durata del trattamento vanno quindi ben ponderate.
- Può essere controindicata nei pazienti portatori di Pacemaker od altri dispositivi elettronici.
- Donne in stato di gravidanza o presunto
- Fratture complesse
I contenuti di questo testo sono stati riassunti dalla letteratura, parte dal dott. Giannicola Bisciotti, libri di testo e corsi effettuati.
Autore:
Andrea Casari
Fisioterapista Spine Center