Lombalgia & Sci
L’incidenza della patologia lombare ( lombalgia) negli sciatori è del 65,4% e del 63.0% negli ultimi 12 mesi (Bahr et al. 2004) e risulta più frequente durante il periodo di allenamento e competizione. Lo sci, snowboard e sci di fondo sono delle attività fisiche che tendono a sollecitare molto la colonna vertebrale a causa delle continue vibrazioni che vengono trasmesse dalle irregolarità delle piste, dalla stessa postura mantenuta a lungo e da una ferquente mancanza di preparazione specifica nello sciatore occasionale.
Lo sci richiede un atteggiamento dinamico che può continuamente cambiare per adattarsi ai terreni, alla velocità e altre forze che possono entrare in gioco durante l’attività. Tecnicamente parlando, usiamo tre articolazioni del corpo per effettuare queste regolazioni della posizione di base definita nella lingua anglosassone “stance”: la caviglia, il ginocchio, e l’anca. Soprattutto quest’ultima articolazione è strettamente associata ad un buono o cattivo utilizzo della colonna lombare.
La colonna vertebrale ha diverse curve nel piano sagittale: una lordotica craniale e una caudale, le quali sono separate da una curva cifotica dorsale. Queste curve si sviluppano, per un’uniforme distribuzione delle forze che gravano sulla colonna vertebrale [Bridwell e Bernhardt 1989]. La morfologia è condizionata da cambiamenti associati alla crescita, all’equilibrio e alla postura [Cil et al. 2005]. Le curve spinali sono intrinsecamente correlate ed è stato dimostrato che sono influenzate dalla forma e funzione del cingolo pelvico [Roussouly et al. 2003, Berthonnaud et al. 2005, Mac-Thiong et al. 2007].
In base alla morfologia e le misurazioni posizionali delle curve, che aiutano a determinare i parametri spino-pelvici, è stata fatta una classificazione in 4 tipi della colonna vertebrale (Fig. 1). Roussouly e Pinheiro-Franco [2011] hanno attribuito a tre dei quattro tipi di modelli spinali (Fig. 2) delle specifiche patologie vertebrali.
Queste vanno dall’aumento della degenerazione del disco nella regione toraco-lombare con il tipo I, all’ernia del disco nel tipo II, un buon equilibrio della colonna vertebrale del tipo III e un aumento del rischio di spondilolistesi nel tipo IV [Marty et al. 2002, Barrey et al. 2007, Endo et al. 2012 ].
E’ stata pubblicata una recente ricerca sulla valutazione dell’allineamento spino pelvico, valutato radiologicamente, in 75 atleti praticanti sci e 27 di controllo (Todd et al. 2015). La scoperta più importante di questo studio è la grande quantità del tipo I, secondo la classificazione di Roussouly et al. [2003], nei giovani sciatori rispetto ai controlli di età simile.
La differenza dei valori radiologici tra il gruppo degli sciatori e gruppo di controllo non erano significativi per il PI (sciatori 50,9°, controllo 50.2 °); il PT (sciatori 10.9°, controllo 7,9 °); il SS (sciatori 41,7°, controllo (42.3 °); il TK (sciatori 35,2°, controllo 37.4 °); LL (sciatori -58.4°, controllo -60,9 °). Un’ampia differenza è stata notata per il valore radiologico del SVA degli sciatori (8,0 cm) rispetto al gruppo di controllo (-2.0 cm). Questa differenza può avere una rilevanza clinica, pur essendo statisticamente non significativa, e suggeriscono che all’interno di una giovane popolazione, lo sport come lo sci, che richiedono un predominanza di posture in flessione anteriore può essere associato con del modifiche funzionali che influenzano l’equilibrio spinale globale, piuttosto che un problema di una specifica struttura.
Per ridurre le possibili conseguenze di queste alterate posture sulla colonna lombare è fondamentale utilizzare al meglio l’articolazione dell’anca.
Molto spesso per ricercare una posizione più aerodinamica si utilizza la posizione a “C” (immagine a sinistra in fig. 3). In tale postura la retroversione del bacino si associa ad una flessione del rachide dorso-lombare. Tale postura, sovrapponibile al tipo 1 (fig. 2), se mantenuta per molto tempo comporterà degli adattamenti miofasciali che sovraccaricheranno prima i legamenti posteriori (interspinoso e sovraspinoso) portandoli spesso a sfibrarsi. Va sottolineato che questa afisiologica postura spesso viene ulteriormente esasperata stando seduti in modo scorretto durante il relax o il lavoro. La riduzione di capacità di tenuta delle strutture di contenzione posteriori comporta una rettilinizzazione del rachide lombare con un sovraccarico anteriore dei dischi intervertrebrali. La conseguenza di questo alterato carico è un abnorme spinta posteriore del nucleo polposo che forzando la parte posteriore dell’anulus fibroso alla lunga determinerà un’ernia discale (Endo et al. 2010).
Per ridurre le possibilità di questa evenienza bisogna cercare di mantenere un’appropriata postura sugli sci e snowboard.
Osservando l’immagini riportate sopra a sinistra si può notare che se si dovesse flettere nel punto in linea con la cresta iliaca, si sta flettendo il rachide lombare e dorsale inferiore. L’articolazione dell’anca è a circa la larghezza di un palmo più basso. Nell’intraprendere un sport dinamico come lo sci, bisogna idealmente mantenere la colonna vertebrale in condizione neutra (immagine a destra). Un rachide lombo-dorsale neutro è in una posizione molto più fisiologica per assorbire urti e forze generate durante lo sci prevenendo la lombalgia. I sollevatori di pesi sono ottimi esempi di atleti che mirano a mantenere una rachide in posizione neutra durante il caricamento di forze ingente sui loro corpi. Un aspetto chiave del loro successo è la mobilitazione dell’articolazione coxo-femorale, allo stesso modo dovrebbero fare gli sciatori nell’intendo di preservare il loro rachide.
BIBLIOGRAFIA
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