Lavorare da casa durante la pandemia: effetti sulla colonna vertebrale

a cura di:
Saverio Colonna, Direttore Sanitario, Spine Center - Bologna;
Riccardo Tarozzi, Spine Center - Bologna

Introduzione

L'emergenza sanitaria COVID-19 ha cambiato profondamente la vita lavorativa. Per ridurre al minimo il contatto fisico tra gli individui e prevenire nuovi contagi, molte aziende hanno implementato il “lavoro mobile” o il “lavoro da casa” o il “lavoro a distanza”, una forma di svolgimento di un lavoro senza vincoli specifici del luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici. Nel 2017, l'Italia aveva la percentuale più bassa di lavoratori a distanza in tutta Europa, e questa percentuale ammontava a circa l'8% dell'occupazione totale a fine aprile 2020 (Eurofound and the International Labour Office 2017). 

Durante la pandemia di COVID-19, il numero di lavoratori da remoto è aumentato del 69% in Italia, mentre è stato stimato che circa l'81% della forza lavoro mondiale è stata interessata dai cambiamenti sul posto di lavoro (Savic 2020).

Per la maggior parte dei dipendenti remoti, è stata probabilmente la prima esperienza. Tra i vantaggi, ci sono tempi ridotti per il pendolarismo, possibili guadagni di produttività, maggiore motivazione del personale, migliore equilibrio tra lavoro e vita privata e migliore controllo sulla pianificazione dei tempi, mentre tra gli svantaggi ci sono difficoltà nel monitoraggio delle prestazioni, costo del lavoro da casa, problemi di comunicazione, mancanza di chiara separazione tra compiti domestici e lavorativi  (The Balance Careers  2020; Nibusinessinfo 2020).

Anche se sono stati studiati anche gli effetti del lavoro da casa su vari aspetti (ad esempio, qualità della vita, salute e sicurezza e produttività), questa area di ricerca è ancora in via di sviluppo. Mentre i benefici psicologici del lavoro da casa, ad esempio un maggiore impegno lavorativo, flusso correlato al lavoro e connettività tra il personale, possono indurre molte organizzazioni a considerare la sua implementazione; però, gli impatti negativi come il confine sfocato tra lavoro e casa, la fatica e le richieste mentali dovrebbero essere affrontato quando viene implementato il lavoro a domicilio (Vittersø et al. 2003). 

Per molti lavoratori, l'opportunità di lavorare da casa semplifica la vita di tutti i giorni. Tra gli effetti positivi i più attesi sono una maggiore efficienza sul lavoro, una migliore concentrazione, una riduzione dello stress psicologico e una migliore vita familiare (Mann e Holdsworth 2003). Il lavoro a casa consente un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, e questo è importante per i lavoratori che si prendono cura di familiari o bambini malati, ma questo si traduce in poco tempo per le attività di svago personali (Hilbrecht  et al. 2008; Nakrošienė et al. 2019). 

D'altra parte, ci sono effetti negativi associati al lavoro a distanza. Ad esempio, è stato riscontrato che i lavoratori a domicilio sperimentano sovrapposizioni tra lavoro e vita domestica (Hartig et al 2007). Inoltre, hanno spesso sperimentato una maggiore irritabilità ed emozioni negative, che sono state attribuite all'isolamento sociale e all'incapacità di condividere i problemi sul lavoro e trovare possibili soluzioni con i colleghi (Mann et al. 2003).

Il lavoro da casa può causare anche stress, ansia e isolamento, che influenzano l'efficacia del lavoro, il benessere e l'equilibrio tra lavoro e vita privata (Grant  et al 2013; American Psychiatric Association 2020).

Mal di schiena e LockdowIn un quadro, quindi, già compromesso da questo genere di disturbi, la quarantena non sembra aver pesato poco: quasi 1 italiano su 2 dichiara, infatti, di averne sofferto più spesso durante gli ultimi mesi.Lavorare in posizione sedentaria per periodi prolungati aumenta il rischio di dolore al collo e/o lombalgia (LBP) ( Côté et al. 2008; Baker et al. 2018). L'ambiente domestico rischia di essere difettoso in molti aspetti rispetto al posto di lavoro. In particolare, l'assenza di mobili da ufficio ergonomici a casa può impedire l'adozione di una postura sana e può favorire l'insorgenza di disturbi muscoloscheletrici ( Pillastrini et al. 2010; Will et al. 2018). A confermarlo sono i risultati di una ricerca condotta da Assosalute  (2020), Associazione nazionale farmaci di automedicazione, secondo cui a soffrire di dolori posturali, anche prima del periodo di clausura forzata, era ben il 73% degli italiani - mal di schiena al primo posto (49%), seguito da dolori al collo (37%) e dolori alle articolazioni degli arti inferiori (29%). 

Sicuramente l’isolamento da pandemia ha giocato un ruolo determinante per la salute del nostro apparato muscolo scheletrico; soprattutto per quei soggetti che non erano avvezzi a una regolare attività fisica prima del lockdown. Chi si è trovato costretto a eliminare del tutto o a ridurre drasticamente i propri allenamenti, ha dovuto fare i conti con una perdita del tono muscolare e una riduzione della coordinazione neuromuscolare, con conseguente sovraccarico articolare; chi invece non era solito dedicarsi allo sport può aver colto l’occasione per iniziare, spesso andando incontro, inconsapevolmente, a dolori muscolari o articolari, riconducibili a movimenti scorretti.

Una recente ricerca, eseguita da un gruppo Italiano (Moretti et al. 2020), ha cercato di indagare gli effetti sulla colonna vertebrale dovuti al lavoro da casa conseguente all’isolamento pandemico.  

La ricerca prevedeva un questionario composto da 12 elementi dove venivano esaminati i dati soggettivi di dipendenti come: età, sesso, peso, altezza, istruzione, livelli di lavoro e conviventi, in particolare i bambini. Hanno chiesto ai partecipanti, inoltre,  la loro precedente esperienza di lavoro a distanza, concentrandosi sul tipo di lavoro e sulle sue differenze rispetto al lavoro tradizionale (compiti, orari e stipendio). Sono stare incluse domande sulla produttività, lo stress correlato al lavoro e la soddisfazione sul lavoro. In particolare, si sono interrogati su fattori che potrebbero migliorare la produttività (risparmio di tempo di viaggio per recarsi in ufficio, flessibilità oraria, autonomia, conciliazione della vita lavorativa con quella personale e familiare, maggiore attenzione) o diminuirla (distrazioni nell'ambiente domestico come figli da accudire, difficoltà di pianificazione, difficoltà di interazione con i colleghi, guasti tecnici). Per le domande sui vantaggi e gli svantaggi del lavoro da casa sulla produttività del lavoro, è stato possibile scegliere risposte multiple. Infine, ai lavoratori è stato chiesto se avrebbero continuato a lavorare da remoto dopo la fine dell'emergenza COVID-19.

Il dolore alla colonna vertebrale è stato valutata attraverso dei questionari che riguardavano l'intensità del dolore, l'interferenza funzionale è la gravità. Inoltre è stata valuta la convinzioni dei lavoratori su come l'attività fisica e il lavoro potessero influenzare il dolore alla schiena e al collo (Fear Avoidance Belief Questionnaire - FABQ). La soddisfazione lavorativa è stata valutata dalla Utrecht Work Engagement Scale (UWES). Questo strumento include 17 elementi divisi in tre dimensioni: vigore, dedizione, assorbimento. 

I partecipanti sono stati interrogati sugli aspetti strutturali del loro posto di lavoro a casa: sedia (altezza del sedile regolabile, altezza dello schienale, inclinazione dello schienale), tavolo (tipo, altezza), tipo di computer (desktop/laptop), monitor (regolabile in inclinazione, altezza, rotazione ), distanza dell'occhio dal monitor, presenza di tastiera esterna e sua distanza dal bordo del tavolo, presenza di un poggiapiedi. 
Sono state inoltre indagate la presenza di pause e periodi con aumento della mole di lavoro. Per la valutazione del rischio generale per la salute si è fatto riferimento alle normative vigenti e alle norme dell'Ente Italiano per la Normazione (UNI) (UNI EN 1335-1—"Sedie da ufficio—Dimensioni—determinazione delle dimensioni"; UNI EN 527-1 "Mobili per ufficio— Tavoli da lavoro e scrivanie—dimensioni”; UNI 10380-A1 “Illuminazione da interni con luce artificiale”

Sono stati inclusi un totale di 51 lavoratori a domicilio. L'età media era di 46,67 ± 11,26 anni e la percentuale di donne era del 56,9%. La maggior parte dei partecipanti aveva tre o più conviventi (56,9%), ma solo il 29,4% aveva figli da accudire. 

Nel 53% dei casi non sono state registrate differenze tra il lavoro da casa e quello d'ufficio in termini di mansioni, orari e stipendio. Il 39% dei soggetti si percepiva meno produttivo ma meno stressato, mentre il 51% era ugualmente soddisfatto. Tra i vantaggi del lavoro domiciliare, il più apprezzato è stato il risparmio di tempo di viaggio (82,4%) e il meno apprezzato la maggiore autonomia (9,8%). La ridotta interazione con i colleghi (41,2%) e le distrazioni nell'ambiente domestico (40,6%) sono stati giudicati i peggiori svantaggi. Il 39% dei dipendenti ha dichiarato di voler continuare a lavorare a casa solo occasionalmente. 

Per quanto riguarda i problemi di salute, il 70,5% dei partecipanti ha riportato dolore all’apparato muscolo scheletrico, più frequentemente alla parte bassa della schiena (41,2%) o al collo (23,5%) e il 23,5% in più siti. La gravità del dolore e l'interferenza del dolore durante le attività quotidiane sono state riscontrate leggermente più elevate per il dolore al collo rispetto alla schiena. Il 50% dei partecipanti ha riportato un peggioramento del precedente dolore al collo, mentre nell'8,3% si è verificato un miglioramento dello stesso dolore. Nel 47,6% dei soggetti, non c'è stata esacerbazione del mal di schiena, mentre il 38,1% ha riportato un aumento della gravità e solo il tabella114,3% ha mostrato un miglioramento del dolore lombare. Un aumento del LBP durante il lavoro domiciliare del lockdown è riportato da un'altro recente lavoro esguito in Turchia (Toprak et al. 2020).

Nel lavoro di Moretti et al (2020) i soggetti valutati senza dolore hanno riportato una soddisfazione sul lavoro significativamente più alta valutata da UWES rispetto a quelli con dolore. Per quanto riguarda gli aspetti strutturali del posto di lavoro a casa, inoltre, la maggior parte dei partecipanti ha riferito di utilizzare una sedia da cucina a quattro gambe convenzionale (56,9%), e la seduta non era regolabile in altezza (54,9%). Nella maggior parte dei casi, lo schienale era concavo (54,9%), non regolabile in altezza (70,6%) o inclinazione (68,6%). Sebbene la maggior parte dei lavoratori abbia utilizzato un tavolo da lavoro con altezza 72 ± 1,5 cm (tavolo domestico), il 39,2% ha utilizzato il tavolo della cucina (altezza superiore a 73,5 cm). Nell'86,3% dei casi il tavolo presentava un unico piano non regolabile in altezza. Più alto (58,8%) il numero dei lavoratori a domicilio che utilizzano il computer fisso, con monitor regolabili in altezza solo per il 29,4%. In due terzi dei casi, la distanza degli occhi dal monitor era di 50-70 cm. La tastiera esterna era utilizzata dal 62,7% degli individui, e in quasi tutti i lavoratori (92,2%) c'era spazio sufficiente per gli arti superiori in quanto la tastiera era posizionata a 15 cm di distanza dal bordo del tavolo. Nessuno usava uno sgabello. Il 41% usava un laptop. Tutti i partecipanti, infine, hanno riferito di aver fatto delle pause autogestite. Periodi con aumento della quantità di lavoro sono stati segnalati dal 51% dei lavoratori a domicilio.

L'isolamento sociale forzato abbinato a una marcata riduzione dell'attività fisica potrebbe avere un impatto negativo sia sulla salute fisica che mentale. Pertanto, il lavoro a distanza sembra anche essere associato a un aumento del rischio di questi problemi.

Per quanto riguarda lo stress lavorativo, non si sono verificati cambiamenti significativi nei lavoratori domiciliari, considerando che il 39,2% dei partecipanti ha dichiarato un livello di stress ridotto poiché lavora da remoto, il 27,5% ha riportato un livello invariato e un terzo dei soggetti ha riscontrato un aumento dello stress. La riduzione dello stress riportata dello studio analizzato potrebbe essere dovuta al tempo di viaggio risparmiato per recarsi in ufficio, a una maggiore flessibilità oraria e a una vita familiare migliore. La situazione dello stress dovuta al tragitto casa-lavoro dipende molto da dove si vive, perché se eseguita a Roma ha sicuramente un impatto maggiore se eseguita in qualche piccola provincia Italiana

Di segno contrario sono i risultati della ricerca condotta dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro e da Eurofound (2017), sul lavoro domiciliare in generale e non strettamente collegato alla pandemia,  infatti, circa il 41% dei lavoratori a domicilio ha dichiarato di sentirsi stressato rispetto al 25% dei colleghi che lavorano in ufficio.

Patologia osteo muscolare

Per quanto riguarda i problemi di salute fisica legati al lavoro a distanza, l'aumento della sedentarietà e la cattiva postura dovuti all'uso di attrezzature non ergonomiche nella nostra popolazione sembrano favorire l'insorgenza di disturbi muscolo scheletrici, in particolare il dolore alla schiena (low back pain- LBP) e al collo. Questo risultato non è sorprendente, considerando che il dolore alla colonna vertebrale è uno dei problemi di salute più frequenti nella popolazione in età lavorativa a livello mondiale. Secondo un recente studio, la prevalenza e l'incidenza di LBP variavano rispettivamente dall'1,4% al 20% e dallo 0,024% al 7% nei lavoratori (Fatoye, et al 2019). La prevalenza media complessiva del dolore al collo nella popolazione generale è del 3,6% (Safiri et al. 2020), con una maggiore incidenza negli impiegati che lavorano con il computer (Hoy et al. 2010). 

La letteratura offre prove controverse sulla relazione tra LBP e lavori sedentari. È stato affermato che il rischio di LBP sembra aumentare quando gli impiegati rimangono seduti per più di 7 ore al giorno. Tuttavia, non è stata dimostrata alcuna associazione significativa tra lo stare seduti e il rischio di LBP (Bontrup et al 2019). Questa scoperta potrebbe essere spiegata dalla natura multifattoriale di LBP (Cholewicki et al 2016). L'incidenza di questa condizione è significativamente associata a fattori antropometrici, ergonomici e psicosociali, in particolare età, sesso, indice di massa corporea, distanza del corpo dallo schermo del computer, supporto per la schiena regolabile, posizione del corpo da seduti, soddisfazione sul lavoro e lavoro ripetitivo (Spyropoulos  et al. 2007).

Come affermato da Burdorf et al. (1993) un lavoro sedentario prolungato in una postura forzata del tronco non neutra è un fattore di rischio per LBP. A causa dell'attivazione di basso grado dei muscoli lombari durante la seduta, il carico è condotto da strutture passive come legamenti e dischi intervertebrali. A causa della viscoelasticità di queste strutture e della disattivazione dei muscoli lombari, la colonna lombare può essere predisposta al decondizionamento e al LBP (Mörl e Bradl  2013).

Allo stesso modo, mentre è stata osservata un'associazione tra l'aumento dell'uso del computer e il dolore al collo correlato al lavoro, non è chiaro se si tratti di una relazione causale, considerando la complessa eziologia del dolore al collo che comprende fattori fisici, psicologici e ambientali (Wahlstrom et al. 2004). Molto spesso il dolore al collo si irradia alle spalle arrivando a volte fino alle braccia e polsi. 

Una alterata respirazione diaframmatica può comportare, non solo dolore al rachide cervicale  per la postura scorretta, alterando lo scarico linfatico ed ematico delle stasi che determinano gonfiore e parestesia (formicolio) a livello delle mani.

Un posto di lavoro confortevole può aiutare a prevenire questi disturbi. Gli esperti raccomandano (Office Ergonomics 2020) che il piano di lavoro e la sedia debbano essere regolabili in altezza in modo che i piedi siano sostenuti per essere sempre ben appoggiati a terra. In assenza di una sedia regolabile in altezza, si consiglia l'uso di un poggiapiedi. Inoltre, il monitor deve essere all'altezza degli occhi appropriata per non forzare un'inclinazione della testa persistente. 

Nello studio sopra citato, viene riportato che la maggior parte dei partecipanti utilizzava una comune sedia da cucina, non regolabile in altezza, e nessuno utilizzava un poggiapiedi durante l'orario di lavoro, inoltre sia la frequenza (23,5%) che il peggioramento (50%) del dolore al collo sono stati intensificati nei lavoratori che hanno utilizzato laptop senza alcun supporto regolabile in altezza.

A fronte del crescente ricorso al lavoro da casa,  le soluzioni per adattare l'ambiente domestico, come sedute e tavoli da lavoro regolabili ed evitare poltrone o letto per lavorare, a nostro avviso, possono ridurre notevolmente i rischi per la salute. Ciò porterebbe a una migliore produttività, a costi inferiori e a una maggiore soddisfazione sul lavoro. 

I risultati del lavoro di Moretti et al. (2020) mostrano una percezione di ridotta produttività dei lavoratori in remoto. Un'organizzazione efficace della giornata lavorativa a casa può migliorare le prestazioni lavorative. Potrebbe essere utile fare una lista di obiettivi quotidiani, creare uno spazio specificamente riservato al lavoro, e ridurre le fonti di distrazione (es. da parte dei familiari). Questi aggiustamenti potrebbero portare a migliorare la salute generale e le prestazioni lavorative.

Per le patologie osteomuscolare spesso vengono influenzate anche dalle modifiche ponderali sia in difetto che in eccesso. In un recente studio (Di Renzo et al. 2020), sono stati forniti i dati sullo stile di vita della popolazione italiana, le abitudini alimentari e l'aderenza al modello di dieta mediterranea durante il blocco COVID-19. tabella 2

La percezione di aumento di peso è stata osservata nel 48,6% della popolazione, mentre un leggero aumento dell'attività fisica è stato riportato nel 38,3% degli intervistati, soprattutto per l'allenamento a corpo libero. È interessante notare che il gruppo di popolazione di età compresa tra 18 e 30 anni è risultato avere una maggiore aderenza alla dieta mediterranea rispetto alla popolazione più giovane ed anziana. Inoltre, il 15% degli intervistati si è rivolto ad agricoltori o gruppi di acquisto biologico per frutta e verdura, soprattutto al Nord e al Centro Italia, dove i valori di BMI erano più bassi. Un altro risultato positivo è la riduzione percentuale dei fumatori del 3%. In altri paesi sono stati segnalati alcuni risultati positivi delle misure di mitigazione del COVID-19, ad esempio mangiare in modo più sano di prima (Deschasaux-Tanguy et al 2020).

Proposte preventive/terapeutiche

In questa situazione di aumento del livello dello stress, non strettamente colleato al lavoro a domicilio, diversificazione dell’alimentazione, modifica all’attività fisica e posture prolugate scorrette hanno prodotto degli squilibri repentini che il corpo era impreparato.

Per chi lavora da casa e  soffre di male di schiena e/o collo è consigliato prendersi del tempo durante la giornata lavorativa per eseguire degli esercizi di allungamento muscolare e massaggio fasciale ( Shariat et al. 2020).

Di seguito una routine di 4 semplici esercizi di allungamento da eseguire a casa per intervallare la posizione di lavoro.

esercizi home working1

fig. 1- allungamento delle catene posteriori caudali e anteriori craniali: a) in piedi di fronte ad una parete distanziato di circa la lunghezz delle braccia, inserire sotto la parte anteriore del piede un rialzo (libro); b) distendere le braccia fino a contattare il muro; c) piegando le ginnocchia si cerca di aumentare l’estensione della colonna lombare e dorsale; d) senza perdere la curva lombare estendere le gambe. Mantenere la posizione raggiunta per 1 min.

esercizi home working2

fig. 2 - allungamento delle catene posteriori caudali e anteriori craniali: a) cercare l’appoggio del tallone su un tavolino o sedia; b) portare le mani dietro la schiena cervando l’estensione della colonna lombare e dorsale; c) piegare in avanti il busto senza perdere la curva lombare e cercare di estendere il ginocchio portando la punta dei piedi verso il viso. Mantenere la posizione raggiunta per 1 min.

esercizi home working3

fig. 3 - esercizio dinamico di flessione ed estensione: a) dalla posizione seduta, con i piedi in appoggio alla larghezza delle spalle, si estende il tronco sollevandosi dalla sedia; b) si raggiunge la posizione eretta; c) si continua portanto in estensione tutta la colonna. Dopo le prime escuzioni è consigliato finire il movimento portando in alto le braccia distese. Ripetere senza fretta la secuenza 10-15 volte.

esercizi home working4

fig. 4 - distensione del rachide in decoapatazione: a) posizione seduta leggermente staccati dal tavolo con bacino aderente allo schienale; b) sollevare la punta del piede e inarcare la colonna lombare staccandola dallo schienale; c) spingere le mani sul tavolo mantenendo le spalle basse in modo da facilitare il sollevamento e l’estensione della colonna.

lavorare da casa spine center 

Alcune semplici regole, inoltre, per non alimentare disturbi posturali:

  1. Posture di lavoro: sconsigliatissimo lavorare sul divano/poltrona; quando lavoriamo al pc entrambi i piedi devono essere poggiati a terra, con le articolazioni che formano angoli di 90 gradi e la schiena in appoggio allo schienale; la visione deve mantenersi diretta sulla prima metà dello schermo.
  2. Orario di lavoro: fare un programma preciso di lavoro che non superi le 8 ore; è consigliato ogni 20-30 min. (utilizzare un timer sul cellulare o computer) alzarsi dalla posizione di lavoro per eseguire le faccende domestiche e/o eseguire degli esercizi di stretching. 
  3. Sport: quando pratichiamo attività fisica, è importante che venga organizzata e seguita da professionisti dell’esercizio, in modo che per chi si avvicina per le prime volte all’attività non commetta errori di sovraccarico.
  4. In cucina: quando cuciniamo è raccomandabile non stare troppo tempo nella stessa posizione e spostare il peso da una gamba all'altra ogni 5 minuti circa, oppure tenere un piede, in modo alternato, su un gradino. 
  5. Relax: quando siamo sdraiati sul divano o poltrona e guardiamo la tv, magari con la testa sul bracciolo, dobbiamo fare attenzione a non mantenere per molto tempo queste posture e che il bracciolo non sia troppo alto; se invece stiamo seduti, dei cuscini dietro la zona lombare preservano la corretta curva ed è sconsigliato appoggiare i piedi sul puffo.
  6. Per le mamme e i papà: quando teniamo i bambini in braccio è sempre bene alternare il loro peso sul fianco destro e sinistro, cercando di mantenere il bambino più vicino possibile al busto.
  7. Pulizie: durante le pulizie domestiche, quando ci abbassiamo per raccogliere un peso, dobbiamo sempre piegare le ginocchia; se invece dobbiamo effettuare lavori che ci portano a dover tenere carichi in bilico sopra la testa, è bene cercare di sollevarli con gradualità, così da diluirne il peso.  

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