Osteopatia e Golf

Il Golf è uno sport in rapida ascesa praticato da milioni di persone di tutte le età in tutto il mondo. Uno dei luoghi comuni relativi a questa attività è lo scarso impegno fisico richiesto, in realtà è necessaria una base di capacità condizionali non indifferente, soprattutto ad alto livello. Purtroppo gli infortuni sono la causa principale di abbandono e i problemi più frequenti sono collegati al rachide, in percentuale minore alle altre articolazioni coinvolte: gomito, polso, spalla, ginocchio.

Lo swing e la sua biomeccanica

Osteopatia e Golf 002 spine centerIl gesto dello swing è uno dei  movimenti più complessi e di più difficile esecuzione  nel mondo dello sport. Inoltre può generare un carico sulla colonna vertebrale fino a 7500 N. La biomeccanica funzionale dello swing consente di comprendere l’eziologia degli infortuni, rendendo poi efficaci le strategie prestative, preventive e terapeutiche.

Seguendo la tendenza più attuale lo swing può essere diviso in 4 tempi:

  1. address: la posizione di partenza, richiede la massima stabilità posturale possibile.
  2. back swing: fase di pre-stiraramento della molla del tronco composta da spalle-bacino. Dal momento che la velocità dipende dall’escursione totale del caricamento (definibile in gradi articolari), i giocatori di golf migliori compiono delle rotazioni più ampie e in tempi molto brevi (inferiori al secondo)
  3. down swing: fase di discesa del bastone fino all’impatto con la pallina, rappresenta la fase a maggior rischio di infortunio. Principalmente a causa dell’accelerazione, infatti il bastone compie lo stesso arco di movimento effettuato nella salita, ma con una velocità tre volte superiore (la durata del down swing nei professionisti è di soli 0,23 secondi).
  4. follow-through: fase di decelerazione successiva all’impatto.

Il movimento dello swing  è generato principalmente da muscoli del tronco: erettori spinali, addominali trasversi profondi, gran pettorale, gran dorsale e sottoscapolare,  ma soprattutto (per i destrimani) dagli estensori dell’anca destra e gli adduttori di quella sinistra.  L’azione combinata di questi muscoli deve essere supportata da altre capacità fisiche: mobilità ed elasticità della colonna vertebrale e delle anche sono fondamentali per poter sviluppare una contrazione muscolare efficiente; i golfisti che non hanno una buona capacità di rotazione devono compensare con molto lavoro muscolare aumentando la possibilità d’infortunio. Ogni  piccolo cambiamento nel movimento è amplificato nella traiettoria finale, ugualmente ogni piccola disfunzione articolare può limitare l’apprendimento tecnico e limitare la prestazione.

Obiettivi del trattamento osteopatico:

  • Prevenzione infortuni
  • Recupero infortuni esistenti (azione complementare ad altre terapie)
  • Ottimizzazione della performance

Esaminiamo nel dettaglio i singoli distretti maggiormente coinvolti in questo sport.

Tratto cervicale del rachide

Nell’esecuzione dello swing è necessaria una buona rotazione del collo per avere un buon contatto visivo  con la palla durante la fase di back swing fino all’impatto. Rotazione permessa soprattutto dalle vertebre cervicali superiori che sono molto influenzate dai muscoli sub-occipitali spesso in ipertono per disfunzioni oculari. Altro muscolo che influisce molto su questo tratto è il trapezio, spesso ipertonico a causa di posture errate mantenute durante le ore lavorative.

Tratto toracico del rachide

Una buona rotazione del tronco è la chiave per una esecuzione ottimale dello swing e il tratto toracico è il punto cruciale di questo gesto. Delle restrizioni di movimento in questo settore sono causa di sforzi eccessivi sul tratto cervicale e su quello lombare, che possono andare incontro a sintomatologie acute ma anche a problemi cronici dati da un sovraccarico costante. Le disfunzioni più frequenti in questo tratto possono essere articolari: vertebrali e costali; ma spesso anche di origine viscerale: infatti un fegato sovraccarico così come aderenze ed esiti remoti di bronchiti e polmoniti possono influire molto sulla meccanica rachidea.

Tratto lombare del rachide

Questo è uno dei settori più bersagliato da infortuni. Spesso le cause sono da ricercarsi in possibili disfunzioni  del tratto superiore  accompagnate a rigidità delle anche, disfunzioni che sottopongono la parte lombare ad un lavoro eccessivo. Il tutto abbinato ad uno scarso tono e a poco controllo addominale  causa un’iperestensione alla fine del movimento con relativo conivolgimento discale e delle faccette articolari.

Articolazione dell’anca (o coxofemorale)

Una buona mobilità delle anche e in particolar modo una buona rotazione interna dell’anca sinistra (quella di carico) per i destrimani sono fondamentali per una buona esecuzione del gesto tecnico. Una restrizione di movimento in quest’area sovraccarica la zona lombare e il ginocchio in carico, rendendoli più vulnerabili agli infortuni.

Polso e gomito

La meccanica di queste articolazioni è strettamente collegata, i muscoli che agiscono in questo segmento devono essere necessariamente forti per sopportare le sollecitazioni richieste ed elastici allo stesso tempo per permettere una buona mobilità articolare. Inoltre è importante che non ci siano tensioni fasciali eccessive tra radio ed ulna che possano influire sul range di movimento del polso, che, se limitato, può causare: epitrocleite (o gomito del tennista) e tendiniti del polso.

Conclusioni e Consigli

Nella valutazione di uno sportivo l’osteopata considererà le azioni svolte come possibile concausa di una eventuale iperprogrammazione di una o più catene muscolari. Successivamente al trattamento saranno consigliati esercizi che in base al caso possono avere obiettivi diversi come: stretching, rinforzo, equilibrio, propriocettività, attivazione del “core”. Il trattamento osteopatico può essere risolutivo in molti casi, ma per ridurre al minimo gli infortuni o i casi recidivi è importante seguire i seguenti consigli:

  • Evitare i lunghi periodi di inattività fisica
  • Eseguire sempre un riscaldamento adeguato ed eseguire un lavoro fisico di “compenso” nei giorni in cui non si pratica la disciplina sportiva
  • Affidarsi ad un istruttore qualificato che curi la parte tecnica
  • Eseguire i movimenti corretti non solo nello swing ma anche nella gestione della sacca, quindi piegare le ginocchia e mantenere la schiena dritta nel sollevamento di quest’ultima.

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