Conflitto femoro-acetabolare: dalla letteratura alla pratica

Le sindromi da conflitto femoro-acetabolare (FAI) sono patologie che solo recentemente hanno acquisito una loro identità nonostante la loro conoscenza sia datata. Più di 50 anni fa, Murray (1965) suggerì una relazione tra le allora trascurate sottili deformità del femore prossimale, le quali vennero definite prima “tilt deformity”, in seguito pistol grip (stulberg et al. 1975), ed il seguente sviluppo dell’osteoartrosi (OA) dell’anca.

La teoria all’epoca proposta era che molte dell’OA dell’anca considerate primarie o idiopatiche erano invece causate da deformità minori non riconosciute o ignorate. Ganz et al. (2003), più recentemente, integrando le precedenti ipotesi sull’eziogenesi dell’osteoartrosi con più moderni mezzi basati sull’imaging e l’approccio artroscopico, hanno coniato il termine di conflitto femoro-acetabolare (FAI -Femoral-Acetabular Impingement).

Benché le FAI possano svilupparsi ovunque, all’interno all’articolazione femoro-acetabolare, la più comune zona è quella antero-laterale, dove il conflitto si produce durante l’intrarotazione con femore flesso (Ganz et al. 2008)

Due differenti tipi di FAI sono stati identificati:
1. Pincer FAI: è caratterizzata dall’impatto (conflitto) lineare della giunzione collo-testa contro il bordo anteriore in modo localizzato, nei casi di retroversione dell’acetabolo, o generalizzata, nei casi di coxa profonda o protrusione acetabolare (Reynolds et al. 1999).
2. Cam FAI: il conflitto avviene sempre tra collo-testa contro il bordo dell’acetabolo ma per una alterata sfericità o conformazione della giunzione femorale. Questo tipo di alterazione si riscontra spesso nella coxa recta (Hogervorst et al. 2009).
Queste due anomalie sono frequenti e spesso combinate (Beck et al. 2005). [Colonna 2012]

Il recentissimo International consensus statement “Warwick Agreement” sulle FAI pubblicato sul British Journal of Sports Medicine (2016) si è proposto di dare risposta alle seguenti domande:

– Cos’è la FAI
– Come dovrebbe essere diagnosticata
– Quali sono i trattamenti più appropriati
– Qual è la prognosi
– Come va gestito il soggetto asintomatico con Pincer e/o Cam FAI
– Quali sono gli outcomes che dovrebbero essere rilevati per valutare i trattamenti nelle FAI
– Quali future ricerche si dovrebbero condurre.

Riporto una sintesi del Consensus Statement nella foto al termine del post (credit to Yann LE MEUR): consiglio di leggerla attentamente.

L’approccio conservativo per ciò che concerne l’esercizio-terapia si propone di incrementare la stabilità dell’anca, il controllo neuromuscolare, la forza, il range of motion ed i pattern di movimento.
In un articolo Spine Center Alberto Gusella propone alcune interessanti riflessioni e proposte pratiche utili nel migliorare restrizioni di mobilità dell’anca.

 


BIBLIOGRAFIA:

– Colonna S, Le Catene Miofasciali in Medicina Manuale: Anca. Ed. Martina, 2012.
– Griffin DR, Dickenson EJ, O’Donnell J, Agricola R, Awan T, Beck M, Clohisy JC, Dijkstra HP, Falvey E, Gimpel M, Hinman RS, Hölmich P, Kassarjian A, Martin HD, Martin R, Mather RC, Philippon MJ, Reiman MP, Takla A, Thorborg K, Walker S, Weir A, Bennell KL. The Warwick Agreement on femoroacetabular impingement syndrome (FAI syndrome): an international consensus statement. Br J Sports Med. 2016 Oct;50(19):1169-1176.
– http://spine-center.it/squat-mobilita-salute/

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